scritto e diretto da Piero Murenu
con Piero Murenu, Alessandro Pani e Filippo Salaris
suoni Paolo Salaris
foto di scena Andrea Cincotti
Sinossi
Negli Stati Uniti del 1962, in piena crisi dei missili di Cuba, i tre uomini rimasti intrappolati nel rifugio anti-atomico rivelano la loro vera natura quando i viveri cominciano a scarseggiare, lasciando che la fame e la follia li avvolgano e prendano il sopravvento sulle regole costituite, sulle gerarchie e sull’essenza stessa dell’Umanità, sovvertendo così ogni ordine morale e naturale. La regola per sopravvivere sarà la sopraffazione del più debole, e tutto è molto più semplice e legittimabile se il più debole è identificabile come un diverso o una minoranza o, in questo caso specifico, un immigrato clandestino.
Note di regia
Una stanza spoglia, chiusa ermeticamente in cui i tre cercano ognuno uno spazio fisico e mentale che possa accogliere la propria dimensione umana, perché sia meno penoso il fluire lento del tempo, dilatato dalla noia e reso pesante dai rancori, dalla forte sensazione che forse quei momenti si ripeteranno fino alla fine dei giorni e dalla certezza che prima di tale fine si dovranno compiere dei gesti che
segneranno un confine dal quale non si potrà tornare indietro.
Lo spettacolo strizza l’occhio ai grandi autori del teatro dell’Assurdo, facendo suoi temi cari a Eugène Ionesco, Sławomir Mrozek e precedentemente ad Alfred Jarry, rielaborandoli e trasportandoli in un luogo-non-luogo che riflette in maniera grottesca l’animo umano e la ciclicità degli avvenimenti.