
da un’idea di Alessandro Pani e Fabio Sanna
scritto e diretto da Alessandro Pani
con Alessandro Redegoso e Marco Secchi
assistenza alla regia e installazioni video di Filippo Salaris
voci fuori campo di Piero Murenu, Alessandro Pani e Filippo Salaris
scenografia di Romeo Pani
sarta per gli allestimenti Alessandra Lecis
coordinamento grafico di Piero Murenu
con il patrocinio della Città Metropolitana di Cagliari

Trama
Ogni anno, nella notte di Halloween, tantissime zucche prendono vita e, tra ragni e ragnatele, alberi dai rami rinsecchiti e cancelli cigolanti, accompagnano i bambini davanti alle porte delle case alla ricerca di dolcetti da sgranocchiare.
Tre di queste zucche, Kinki, Pumpy e Umky, si soffermano a raccontare una storia molto particolare: la vera storia di Halloween. Sì! La storia di Jack detto “Jack lo spilorcio” ovvero Stingy Jack! Jack era un fabbro irlandese, uno scommettitore, un taccagno, uno spilorcio golosone, un mangia dolcetti che nella vita non aveva mai combinato niente di buono e trascorreva tutte le sue giornate a bere nella locanda, riempiendosi la pancia.
Quando viene la sua ora, il diavolo va a prenderlo per portarlo all’inferno, dove era giusto che stesse. Jack, con la sua astuzia, riesce ad ingannarlo e ad ottenere una proroga sulla sua vita, ma in cambio di cosa? Niente poco di meno che… della sua anima!
Come continua la storia? Non ci resta che vedere in scena gli attori Alessandro Redegoso e Marco Secchi, diretti dal regista Alessandro Pani e coadiuvati da Filippo Salaris che, con le sue videoproiezioni, animerà le zucche fisicamente presenti nella scena che racconteranno la storia ai bambini.
Note di regia
Perché festeggiamo Halloween anche se siamo in Sardegna?
Halloween è una festività di origine celtica celebrata la sera del 31 ottobre, che nel XX secolo ha assunto negli Stati Uniti le forme spiccatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota. In realtà, nonostante l’origine pagana, la parola Halloween deriva da “All Hallows Eve” ossia “Vigilia di Tutti i Santi” ovvero “Vigilia della festa di Tutti i Santi”.
L’usanza si è poi diffusa anche in altri Paesi del mondo e le sue manifestazioni sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del trick-or-treat (dolcetto o scherzetto, in Italia).
Ma Halloween è solo una festività commerciale, figlia di una società capitalista, importata dagli Stati Uniti? Oppure ci sono anche altri motivi per cui questa festività ha attecchito con così tanto successo anche in Italia?
In Italia, la festività di Halloween, viene accostata a tradizioni simili che variano in diverse località della nazione. Nel commemorare i defunti, una tradizione vuole che i primi Cristiani vagabondassero per i villaggi chiedendo un dolce conosciuto come “pane d’anima”; più dolci ricevevano e maggiori erano le preghiere che venivano rivolte ai defunti del donatore. Una tradizione decisamente analoga a quella degli antichi druidi e sacerdoti pagani dell’Europa pre-cristiana.
In Sardegna questa tradizione è conosciuta nel sud come Is Animeddas, una tradizione antichissima e in cui i bambini si recano di casa in casa per chiedere di fare del bene per le anime dei morti attraverso richieste di doni usando frasi di rito come Mi ddas fait is animeddas? (“mi fa le piccole anime?”) o Carchi cosa pro sas animas (“qualcosa per le anime). Nel Nuorese invece i bambini si presentano dicendo sos chi toccana (ossia “quelli che bussano).
Halloween non è quindi solo una festa importata, ma probabilmente un modo per riscoprire un evento che già nella nostra isola veniva celebrato, legato ormai a una tradizione cristiana piuttosto che a una celebrazione tribale o pagana, permettendoci così non di integrare nella nostra cultura qualcosa di estraneo ma di riscoprire tradizioni strettamente connesse alle nostre radici.
La figura di Jack, che nella storia originale è un ubriacone, viene trasformata nel nostro spettacolo in un insaziabile goloso, mentre quella del diavolo, figura occulta che incute grande terrore nella nostra cultura, è nello spettacolo rappresentato in maniera più divertente e funge da cartina al tornasole dei peccati di Jack che, furbo e astuto, riesce a fregarlo senza, alla fine, trarne alcun vantaggio ma solo danni per se stesso.
La storia insegna così ai bambini che caratteristiche come la noncuranza, l’avidità, l’inedia e la trascuratezza nella vita non portano a niente di buono e nel perseguirli abbiamo solo da perdere.
Stingy Jack – la vera storia di Halloween è uno spettacolo teatrale che vuole stimolare nei bambini, attraverso la visione della messa in scena e la mediazione dei docenti in classe, la riflessione sulle tradizioni, sia nostrane che importate, e su come spesso popoli diversi possano avere grandi punti di incontro nella loro cultura e nelle loro radici, dimostrandoci che, in fondo in fondo, non siamo altro che un grande popolo.