Pranzo di Nozze
di Alessandro Pani e Filippo Salaris
con Alessandra Cherchi, Michele De Paoli, Simone Frau, Deborah Melis, Anna Murgia, Annalisa Pirastu, Filippo Salaris, Riccardo Vinti
regia Alessandro Pani
aiuto regia Laura Fortuna, Filippo Salaris
luci e fonica Sergio Cugusi, Alessandro Pani
assistenti di produzione Sergio Cugusi, Matteo Mocci, Valentina Podda
hair styling Laura Laconi
grafica locandina Filippo Salaris
Sinossi
Diciamocelo chiaramente, il matrimonio, in fondo in fondo (a volte molto in fondo), è un bell’evento e il pranzo di nozze è il momento più atteso, sia da coloro che realmente tengono alla felicità degli sposi, sia da coloro a cui non frega niente e sono venuti solo per scroccare un pranzo.
Ma che direste se al vostro pranzo di nozze non ci andasse nessuno? Che direste se anche gli scrocconi, pur di evitarvi, rinunciassero ad un pranzo a sbafo?
Questo è quello che succede ai poveri Carlo e Rita che, appena sposati, si ritroveranno al tavolo con i familiari più stretti in un ristorante deserto.
Rita, tra balbuzie e pianti, non riuscirà a comunicare le sue opinioni se non grazie a Carlo che completerà le sue frasi. Gianna e Lucio, genitori di Carlo appena separati per colpa del tradimento di lui (“Uè stellina, guarda che se al pettirosso non gli dai da mangiare, quello finisce che va a pizzicare da un’altra parte”), Cornelia e Luigi, genitori di Rita, una troppo premurosa e l’altro troppo irascibile (Luigi “Rita è incinta? Carlo, ti avevo dato un quaderno bianco e tu lo hai sporcato! Carlo: eeeh, da quando era tutto pasticciato…”), Chiara, la sorellina di Rita che odia il novello cognato (“fregatene sorellina, dopotutto è solo il tuo primo matrimonio, gli altri andranno meglio!”) e il povero Nonno Palmiro che, tra Alzehimer, Parkinson e altri acciacchi dati dall’età, animerà una situazione che altrimenti sarebbe stata dominata dalla noia (“con la mia prostata ha fatto miracoli, metteva il guanto, due dita ben oliate e zakkete! Era divertente!”)
Note di Regia
Durante il laboratorio teatrale sullo sketch comico, ideato e diretto da Alessandro Pani e Filippo Salaris, gli allievi si sono cimentati in diversi tentativi con l’intento di trovare le proprie comiche personali, partendo da un principio: ognuno di noi ha un suo senso del comico sia relativamente a ciò che ci fa ridere, sia relativamente a quanto noi possiamo far ridere gli altri.
Partendo da questi presupposti, durante l’arco di cinque mesi, i partecipanti hanno sviluppato un proprio personaggio, con le sue caratteristiche e il suo comportamento, a partire dai risultati emersi durante gli esercizi di laboratorio.
Una volta trovati i personaggi, i due docenti hanno proposto un testo (scritto ad hoc per loro) nel quale gli otto personaggi venivano messi di fronte ad un conflitto apparentemente tragico: un ricevimento di nozze al quale non è andato nessuno.
Il risultato è una commedia teatrale, il cui testo, diversamente da quasi tutti gli spettacoli di teatro, nasce a partire dall’attore e non viceversa.