Sinossi
Cosa succede quando l’eroina entra nella vita di un ragazzino che vive in una piccola città di mare degli anni ‘80?
Sotto la forma di monologo (che vede in scena l’attore e autore Piero Murenu), gli Artisti Fuori Posto danno voce e corpo ai ricordi un bambino e, tramite il meccanismo della rievocazione, creano e danno forma scenica a tante storie vere di bambini come lui, ai quali la vita è stata sconvolta dall’eroina.
Il testo è frutto di un lungo e profondo lavoro personale e di ricerca da parte dell’autore, in cui sono state raccolte memorie e immagini di una città che potrebbe essere qualsiasi città e che non esiste più.
“Col tempo ho imparato a dare un nome a quei palazzi, chiese, vie, bastioni e quartieri: Stampace, la Marina, Villanova, Castello.
Lassù c’andavo da ragazzino a guardare il mare, a vedere il grande golfo luccicante d’acqua blu, che da lì sembrava un gigantesco abbraccio.
Una città di acqua e colline la mia, fatta di inverni che non fanno troppo male e di estati in cui sole scrosta i muri.
È stato proprio nel pomeriggio di uno di quei caldissimi giorni d’estate, che io non sono morto…”
Note di regia
Affrontare il problema della droga, in particolare dell’eroina, non è mai facile, soprattutto a teatro. Il rischio è quello di cadere sempre nel luogo comune e si ribadisce il rischio evidente che la tossicodipendenza sia un cancro della nostra società: per chi ne è succube, e famiglie. In questo lavoro si è voluto guardare al problema della droga dal punto di vista di un bambino che, vivendo in un ambiente culturalmente svantaggiato, subisce il fenomeno rimanendone in qualche modo coinvolto. Attraverso il meccanismo narrativo della memoria, vogliamo esplorare e cercare di comprendere i meccanismi perversi che hanno reso i giovani vittime della droga quattro decenni fa come lo sono oggi.
Produzione
Regia e drammaturgia Piero Murenu
Con Piero Murenu
Immagini video e montaggio: Piero Murenu
Luci e audio: Filippo Salaris, Alessandro Pani
Immagine coordinata: Piero Murenu